ADOLESCENTI E AUTOLESIONISMO: IL DESIDERIO DEL DOLORE
…so cosa significa voler morire e che sorridere fa male e che ci provi ad inserirti ma non ci riesci e che fai del male al tuo corpo per cercare di distruggere la cosa che hai dentro”
Susan dal film Ragazze Interrotte
Gli studi mostrano che i comportamenti a rischio sono diffusi prevalentemente in adolescenza, con un picco nella tarda adolescenza ed una prevalenza nella popolazione maschile (ISTAT, 2010; Ministero della Solidarietà Sociale, 2005; Ministero della Salute, 2008 Salfa et al., 2010). I giovani adolescenti mi raccontano di incisioni, tagli e bruciature; queste, comunicano la necessità di depositare sulla pelle vissuti emotivi che dovrebbero essere contenuti, mentalizzati ed espressi altrove. Una delle ragioni che potrebbe comportare tali agiti è la ricerca di una risposta al malessere individuale: attraverso le sanzioni provate nel contatto col pericolo, si mostrerebbero infatti, risorse in grado di farli resistere alle avversità percepite e sensazioni in grado farli sentire vivi. La dis-regolazione emotiva, determina un fattore di rischio nell’insorgenza
di fenomeni autolesivi, in particolar modo per le ragazze, laddove è carente la
funzione di supporto nella gestione delle emozioni. I genitori mi riportano molti conflitti e tensioni all’interno della famiglia, soprattutto con i figli adolescenti. In questa fase evolutiva, il giovane affronta una serie di cambiamenti relativi al suo sviluppo fisiologico, morfologico, sessuale, cognitivo e sociale. Tutti questi cambiamenti portano l’adolescente a modificare l’immagine che ha di sé stesso e ad attenzionare quale immagine gli altri hanno di lui. È attiva la voglia di distaccarsi dai genitori per ricercare la propria individualità e coltivare sempre più la relazione con il gruppo dei pari e con il “primo amore”. Il suo mondo diventa sempre più sociale, e la volontà di trascorrere tanto tempo fuori casa diviene così fonte di dispute familiari. I giovani pazienti mi raccontano di blog in cui possiamo imbatterci in racconti chiari e ricchi di dettagli relativi alle storie di autolesionismo: solitamente il primo episodio di cutting apre i racconti e proseguono i traumi infantili e le grandi delusioni, a partire dalle relazioni con i familiari, gli amici e i fidanzati. Le descrizioni dell’atto autolesivo, la voglia mista alla paura di essere scoperti, la necessità di un supporto emotivo si alternano mentre sullo sfondo immagini di parti del corpo lese e toni cupi riempiono i profili virtuali. In particolare, in adolescenza diversi studi hanno mostrato come la presenza di sentimenti negativi nei confronti del corpo e l’assenza di atteggiamenti protettivi verso di esso aumentavano in coloro che avevano una storia di tentativi di suicidio. Favazza considerava l’autolesionismo come modalità per interrompere vissuti di depersonalizzazione, rendendo possibile l’esperienza di sentirsi reali, attraverso la stimolazione corporea, il dolore e la vista del sangue.
QUALI SONO I FATTORI DI RISCHIO?
Vi sono vari fattori di rischio che possono essere attenzionati dai familiari e amici al fine di prevenire gli atti autolesivi di chi amiamo:
- Presenza di disturbi mentali
- Tratti temperamentali quali perdita di controllo e impulsività
- Sentimenti negativi nei confronti del proprio corpo
- Abuso di sostanze
- Problemi in ambito scolastico
- Mancanza di autostima e autoefficacia
- Eventi stressanti
- Esperienze di abuso sessuale, fisico e/o emotivo
- Problemi familiari
- Negligenza e conflitti genitoriali
- Bullismo
- Isolamento sociale
- Messaggi presentati dai social network
“La violenza esercitata su di noi da altri è spesso meno dolorosa di quella che ci infliggiamo da soli.”
FRANÇOIS DE LA ROCHEFOUCAULD