Figli felici hanno genitori felici
Quando la nostra vita è segnata da un evento altamente negativo cerchiamo di farci forza, di resistere, ricerchiamo il sostegno e l’incoraggiamento dei nostri cari: nel nostro immaginario le difficoltà che incontriamo lungo la strada sono i mali da sconfiggere con tutte le nostre energie. Non siamo solo noi adulti ad attraversare difficoltà e a cercare di trovare tutti i modi possibili per sopportare la crisi, il dolore e resistere fino a quando la situazione dolorosa non verrà superata; anche i bambini e gli adolescenti, infatti, possono sperimentare momenti di grande difficoltà e vivere alti livelli di stress.
Quali sono le caratteristiche da attenzionare?
“Prima di sforzarsi di cercare le risposte si deve valutare la correttezza delle domande.” Giorgio Nardone
- Tutti i bambini possono sperimentare nervosismo, paura, tristezza e/o ansia durante la loro vita. I cambiamenti psicosociali e fisiologici che attraversano durante la loro crescita, infatti, possono causare esperienze di eccessiva preoccupazione e ansia. Ad esempio, gestire il cambiamento delle dinamiche familiari, l’ingresso in una nuova scuola, l’aumento del carico didattico e in generale, le situazioni sociali impegnative e la pressione accademica e/o le richieste atletiche possono determinare disagio psicologico fino ad una significativa sofferenza psicologica che può indurre la giovane mente a sperimentare significativi momenti di sconforto, rabbia, perdita della fiducia e del senso.
- Gli adolescenti, poi, impegnati nell’arduo compito di comprendere il mondo, loro stessi, i limiti da superare, le risorse in loro possesso possono possono sentirsi sopraffatti e in lotta contro tutto e tutti. Non è un caso che spesso le richieste cliniche che ricevo dai genitori riguardano come poter gestire i figli nella vita quotidiana e in generale nelle situazioni familiari e sociali.
Segnali significativi:
- I figli sembrano eccessivamente preoccupati e/o isolati;
- Lamentele fisiche come mal di testa e mal di stomaco;
- I figli appaiono più irritabili e a volte possono sembrare oppositivi e ingestibili;
- I figli possono diventare più attaccati ai genitori e mostrare difficoltà a dormire da soli (talvolta con incubi ricorrenti ed episodi di enuresi notturna);
- Eccessivo bisogno di rassicurazione e approvazione da parte di adulti e coetanei;
Cosa possiamo fare?
Dovremmo sempre valorizzare l’emozione che provano, riconoscere che il loro malessere ha dignità e insegnare loro come comprenderlo e gestirlo al fine di evitare che questo, possa trasformarsi in ansia, attacchi di panico, crisi di rabbia, agiti di autolesionismo e eterolesionismo, ecc. Come dico sempre ai genitori, dobbiamo soprattutto comprendere e interrompere i copioni disfunzionali genitoriali, se vogliamo veramente sostenerli al meglio in uno sviluppo biopsicosociale funzionale.
“Quando interagiamo con qualcuno lo influenziamo costantemente proprio come egli influenza noi. Questo vale anche nella relazione con noi stessi, nei momenti di riflessione o di intensa emozione”. Giorgio Nardone