“…Mio figlio è ingestibile dottoressa, è ostile e ribelle. Durante i pasti, corre ovunque e fa i capricci. Ogni cosa è una grande tragedia: si butta per terra, lancia gli oggetti, urla e dice parolacce, diventa aggressivo e manesco…”
In casi come questi, i genitori diventano vittime del bambino e sono emotivamente ricattati dalla sua sofferenza e costretti a intervenire tempestivamente. Se in un primo momento l’intervento genitoriale può essere il richiamo del bambino e la richiesta che rispetti le regole e si autocontrolli, successivamente, il genitore cederà esausto ai suoi capricci confermandogli che dinanzi alle sue marachelle, il genitore diverrà dolce e accondiscendente.
Lo sviluppo del bambino è un processo che abbraccia l’evoluzione da un punto di vista biologico, ma anche emotivo e sociale. E le difficoltà che potranno presentarsi durante tale percorso evolutivo potrebbero trasformarsi in complicati problemi da risolvere se il genitore non possiede gli strumenti giusti di gestione della situazione che si presenta.
La situazione, così presentata, sembra senza via d’uscita. Dunque, è richiesto un intervento mirato e risolutivo che abbia come obiettivo principe fornire ai genitori degli strumenti di gestione del figlio. La terapia indiretta è la metodologia di intervento attraverso cui si interviene in assenza del soggetto interessato, si interviene attraverso la famiglia, il sistema.
L’intervento più idoneo in queste situazioni è di tipo indiretto:
la terapia indiretta è la metodologia di intervento attraverso cui si interviene in assenza del soggetto interessato, si interviene attraverso la famiglia, il sistema.
Se c’è qualcosa che desideriamo cambiare nel bambino, dovremmo prima esaminarlo bene e vedere se non è qualcosa che faremmo meglio a cambiare in noi stessi.
Carl Gustav Jung
I vantaggi sono:
- Non gli si dà un’etichetta al bambino “mio figlio è un giocattolo rotto dottoressa, me lo può aggiustare? In tal senso, spesso la richiesta dei genitori è di intervenire direttamente sul figlio per cambiarlo, poiché è sbagliato, non funziona bene! Ciò contribuisce nella creazione di un etichetta sul bambino, rendendolo diverso dagli altri e quindi, facendolo sentire diverso dagli altri. Evitando l’etichetta sul bambino.
- Interrompere le tentate soluzioni disfunzionali che mettono in atto che potrebbero alimentare il problema (acquisizione di competenze genitoriali come educatori dei figli). Si impara facendo. Porre l’attenzione sulla relazione e in particolare modo sulle tentate soluzioni che i genitori mettono in atto per gestire il problema diviene essenziale per intervenire sulle soluzioni disfunzionali che non solo non risolvono il problema, ma, lo alimentano; e porre l’attenzione sull’interazione genitore- figli.
- Si rendono familiari ed educatori gli artefici del cambiamento ampliando il loro bagaglio di competente genitoriali e riducendo lo stress genitoriale, complice spesso di incurie, discurie e ipercure.
Attraverso un intervento di tipo Breve Strategico, a partire dalle caratteristiche del problema e degli obiettivi da raggiungere si costruiscono le strategie adattandole alle peculiarità delle diverse situazioni. L’attenzione rivolta ai genitori consente di aiutarli a riprendere il loro ruolo genitoriale e ad esplicare nuovamente la loro funzione genitoriale e di guida dei figli. È possibile ottenere nuovi equilibri familiari basati su ruoli funzionali e benessere delle singole parti.