LA DOLOROSA RICERCA DELL’AMORE
Rimani!
Riposati accanto a me.
Non te ne andare.
Io ti veglierò.
Io ti proteggerò…
…Non vedo nella mia vita altra compagna, non vedo altra gioia…
…Dormi stanotte sul mio cuore… (Rimani, Gabriele D’Annunzio)
Dicono che amare sia la gioia più grande a questo mondo. Dicono che stringendo la mano di qualcun altro ci si sente forti e che basta guardare gli occhi di una persona che amiamo per dare un senso ad ogni cosa. Le neuroscienze spiegano che grazie ad un solo abbraccio produciamo ossitocina, una sostanza conosciuta anche come ormone dell’amore. Il suo effetto sull’organismo è di potente antistress. Questo, perché il contatto fisico attiva i corpuscoli di Pacini, recettori della pressione che abbiamo nella pelle. Essi, stimolano il nervo vago producendo come effetto secondario una diminuzione della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna. Sono gli adolescenti, giovani e curiosi, pronti a conquistare il mondo a mostrarci quanto sia grande il desiderio dell’amore. Sono loro a mostrarci quanto sia importante incrociare lo sguardo di qualcun altro, la sua mano e le sue labbra. Sappiamo che basta un solo bacio affinché il nostro cervello produca ossitocina, dopamina, serotonina e adrenalina, che contribuiscono alla sensazione di eccitamento, serenità ed euforia. Un solo bacio è in grado di ridurre la produzione di cortisolo, noto come ormone dello stress, con conseguenti effetti di rilassamento. È dall’amore che traiamo energia e voglia di vivere. L’amore per noi stessi, l’amore per un figlio, l’amore per un uomo o una donna. I poeti di tutto il mondo ci hanno messi in guardia da sempre sugli effetti benevoli e maligni dell’amore. I cantanti l’hanno gridato con sottofondo di chitarra elettrica e gli artisti hanno creato quadri e sculture stupefacenti, custodite gelosamente nei musei di tutto il mondo. Donne e uomini uniti in una ricerca comune: trovare l’amore. Donne e uomini pronti a soffrire per avere l’occasione di amare e di sentirsi amati. Ricordo quando durante il mio tirocinio professionalizzante vidi il mio primo paziente uomo, aveva 48 anni e una significativa dipendenza da alcol, “desidero sentirmi veramente amato” diceva. Era l’inizio della mia carriera e mi stupiva avere davanti un uomo che soffriva per amore. Conoscevo gli effetti della sofferenza amorosa, sapevo che non faceva distinzione per sesso o età. Ma, per un attimo, ero lì ad interrogarmi sul perché le donne pensassero che gli uomini non soffrono per amore. Sono stata fortunata ad essere testimone indiretta della sua storia. Avevo davanti agli occhi un uomo con gli stessi identici desideri di una qualsiasi donna: trovare l’amore, viverlo fino in fondo, costruire qualcosa di grande. E non dimenticherò mai quando dopo qualche mese entrò in studio con un sorriso gentile. Alessio (nome d’invenzione per tutela della privacy) ha esordito dicendo “ho conosciuto una donna”. Da quel momento non era più senza futuro, senza progetti, senza voglia di vivere. Oggi, nella mia pratica clinica vedo un numero uguale di uomini e donne e lavorando con diverse fasce di età, ho uno stupore del tutto diverso: l’essere umano desidera l’amore, in ogni sua forma. Non di rado spiego ai miei pazienti quanto sia normale inseguire l’amore e trovare frustrante non raggiungerlo. Mi raccontano di avere una grande paura di rimanere soli e di desiderare tutto ciò che hanno gli altri. “vorrei passare la domenica da Ikea insieme alla mia donna” dice Giuseppe (nome di invenzione per tutelare la privacy). “Desidero l’anello al dito e sentirmi parte di un progetto di vita” dice Eleonora. Vi stupirà sentire che davanti alla ricerca dell’amore non esiste differenza tra gli uomini e le donne e nemmeno tra gli adolescenti e gli adulti; desideriamo tutti “l’unione con l’altro”. Davanti al più sincero desiderio umano non bisogna provare vergogna e non bisogna temere di essere diversi, incapaci. Per costruire qualcosa di bello con l’altro e per sentire di avere un posto a questo mondo, bisogna iniziare da noi stessi. È necessario costruire la nostra vita dando spazio ai nostri desideri ma soprattutto alle nostre più grandi paure che se ignorate possono divenire angosce. Scopri chi sei e chi potresti diventare, reinventando te stesso: “cosa farei oggi di piacevole per me se non avessi tutte queste paure?” fai una lista lunghissima e piena di grandi idee, poi, scegli l’idea meno grande e prova a metterla in pratica. Fai un training mettendo in atto ogni giorno una piccola cosa piacevole per te stesso/a. Impariamo ad ascoltarci, a conoscerci, ad accettare di odiarci, di non piacerci e di non piacere.
“Sono tutto ciò che posso diventare”
Dr. Lucia Di Franco