Sottovalutato, talvolta sconosciuto e erroneamente diagnostico, il Disturbo Ossessivo-compulsivo colpisce, nell’arco della vita, circa il 2-3% della popolazione.
• Il 90% di chi soffre di DOC presenta sia ossessioni che compulsioni.
• Il 98% se si considerano come rituali compulsivi anche il conteggio e le compulsioni mentali.
Cosa sono le ossessioni e le compulsioni?
L’attività psichica diventa ossessiva, se invasa da immagini, esperienze, dubbi e pensieri che si impongono con violenza. Il termine ossessione implica un’attività mentale ripetitiva e sgradevole che si presenta contro la nostra volontà generando sentimenti di repulsione, ansia, angoscia e grande disagio. Le compulsioni, invece, sono azioni ripetitive che rispondono al bisogno di ridurre proprio la tensione interna. La persona affetta da DOC, inizialmente tenta di sopprimere le ossessioni; per neutralizzarle, reagisce creando altri pensieri e/o azioni come una sorta d’antidoto per liberarsi dal pensiero ossessivo. Potremmo chiamarli riti scaramantici come ad esempio, “faccio le corna 5 volte affinché sia certa che nessuno morirà” o ancora “se conto fino a 25 sono certo che passerò l’esame”, ripeto a bassa voce oppure nella mia mente delle parole o ancora penso a persone o cose per assicurarmi che tutto vada bene “se focalizza mentalmente due persone ogni volta che devo fare qualcosa di impegnativo, sono sicura che riuscirò a farla al meglio”. Le compulsioni, quindi, hanno lo scopo di ridurre il disagio o di prevenire le situazioni temute. La necessità di contrastare i pensieri che riconosciamo e che disgustiamo in quanto assurde e inaccettabili, finisce con il provocare una spaccatura tra me e me stesso:
“Non riesco a riconoscermi. Non ha alcun senso e mi imbarazza tanto dover fare tutti i miei rituali e, gli altri non capiscono che sono preda di una forza che mi impone questi pensieri e queste azioni”.
La volontà di avere il controllo della nostra persona, della nostra vita e in generale di ciò che ci circonda è intrinseca in noi: pensiamo a come sia automatizzato in noi, attuare anche il controllo della nostra fisiologia con il controllo dello sfintere “resisto perché adesso non ho tempo di andare in bagno”.
Quali sottotipi esistono?
Tra i diversi sottotipi di Disturbi Ossessivo-compulsivo ritroviamo:
• IL CONTROLLO: pensare a qualcosa di pericoloso o negativo equivale a farlo, così, si mettono in atto le corrispettive compulsioni per controllare che non sia accaduto.
• CONTEGGIO E RIPETIZIONE= come risposta a ciò che temiamo, mettiamo in atto la ripartizione di numeri, di pensieri, di formule mentali o ancora conteggi.
• ORDINE = Mettere tutto in ordine secondo uno schema preciso consente di superare il malessere percepito.
• CONTAMINAZIONE: lavaggi ripetuti, pulizia eccessiva e meticolosa, diventano modalità ritualizzate per superare il timore di essere contagiati.
Kierkegard nel suo Diario scriveva “Che il pensare e l’essere siano la stessa cosa, lo si può vedere nella gente che soffre di idee fisse… ciò fornisce anche una prova delle pene dell’inferno”.
Molte persone sono scoraggiate dall’idea che andare dallo psicologo significhi iniziare un percorso che ha un inizio ma non ha mai una fine. La psicologia è una professione sanitaria e come tale ha il solo ed unico obiettivo di promuovere il benessere del paziente e per fare questo non servono anni e in alcune situazioni “lo sblocco” arriva in un paio di mesi. Ai miei pazienti do sempre 10 incontri per confrontarci sui cambiamenti avvenuti e quando abbiamo ottenuto i risultati desiderati, se non sono presenti obiettivi nuovi, il mio intervento è concluso.