I nostri pensieri, emozioni e comportamenti sono tutti interconnessi. Gli studi di neuroimaging dimostrano che mente e corpo essendo in relazione tra loro si influenzano vicendevolmente. Prova a pensare al tuo film preferito: i pensieri su questo particolare film potrebbero suscitare sentimenti di gioia e felicità, portandoti a guardarlo spesso, a ricordarne volentieri ogni particolare e a parlarne con entusiasmo.
Ma, cosa accade quando percepisci certe cose, persone o ambienti come spiacevoli o pericolosi? Chiaramente la volontà di ogni essere umano è quella di fuggire da tutto ciò che è spiacevole; così, la prima strategia messa in atto per gestire le situazioni percepite come negative è “l’evitamento”. Se da una parte, evitare ciò che mi fa star male mi protegge dalla sofferenza dall’altra parte, come spesso accade, invece di risolvere il problema contribuisce nel renderlo più grande: tutto ciò che mettiamo in atto per la risoluzione della problematica, se non risulta efficace potrebbe divenire una soluzione disfunzionale che se reiterata nel tempo contribuisce a generare un malessere sempre maggiore. In tal senso, evitare di bere caffè “perché potrebbe farmi aumentare la tachicardia e quindi generarmi una crisi d’ansia” potrebbe essere il copione disfunzionale che conferma la mia paura fino a strutturarla.
Se pensi che la psicoterapia sia un percorso lungo e difficile allora forse non conosci l’approccio breve strategico! Se tu o i tuoi cari vi sentite bloccati o state cercando una via d’uscita da questi cicli dannosi, l’approccio breve strategico può essere la soluzione.
Parafrasando P. Watzlawick “per quanto una patologia possa essere sofferta, complicata e persistente da anni non è detto che la soluzione terapeutica debba essere altrettanto sofferta e prolungata nel tempo.”.
Mi piace pensare ai miei pazienti come i pazienti di un qualsiasi pronto soccorso: arrivano con un grande dolore, (nel nostro caso spesso esperito anche attraverso il corpo grazie allo sviluppo di non pochi sintomi psicosomatici); quando giungono hanno bisogno di soluzioni, di soluzioni immediate al loro malessere e non soltanto di risposte alle loro domande “perché è successo a me? Che cosa ho che non va?” La peculiarità dell’approccio breve strategico è che permette di sviluppare interventi basati su obiettivi prestabiliti o sul funzionamento del problema in questione.
“Esistono tante soluzioni quanti sono i problemi che la mente riesce a inventare.”
Giorgio Nardone
Si tratta di un metodo di trattamento a breve termine che ha un fine e una fine, progettato per aiutare le persone che soffrono di una vasta gamma di problemi sia nell’età adulta sia adolescenziale e infantile (mediante un approccio indiretto che prende in carico i genitori in un sostegno specifico alla genitorialità. Attraverso un protocollo di intervento si interverrà sulle tentate soluzioni disfunzionali che hanno contribuito ad aumentare il disagio generando un vero e proprio disturbo psicologico. Un altro aspetto fondante che consente di destrutturare la rigidità patologica del disturbo o del problema presentato è dato dal costrutto di esperienza emozionale correttiva (F.Alexander). Si tratta di esperienze emozionali che consentono alla persona di poter sperimentare di essere capace di fare ciò che non credeva possibile: questo contribuisce alla creazione del cambiamento terapeutico.
Alcuni problemi comuni trattati includono:
Ansia, attacchi di panico, ansia sociale
Disturbi fobici
Depressione
Lutto
Disturbi alimentari
Disturbo ossessivo-compulsivo (DOC)
Disturbo da stress post-traumatico (PTSD)
Problemi di relazione e di autostima
Insonnia o difficoltà a dormire