SOFFRIRE PER AMORE: 3 MODI PER RICOMINCIARE A VIVERE
“… Vorrei avere una mente spensierata come quando, sei in macchina e sono le ore 19:00, ti muovi dentro alla città sotto la pioggia invernale; ci sono le luci dei negozi intorno a te ed è tutto in movimento, c’è quell’odore di fresco nell’aria che però non ti gela le ossa, ti ricorda solo che sei vivo… capisce dottoressa? Ho bisogno di ricordare a me stessa ogni giorno che sono viva, perché nel cuore ho la morte. I miei occhi sono sempre come li vede adesso: gonfi, stanchi e doloranti. Il medico mi ha prescritto per dormire delle gocce, ma temo che nemmeno quelle possano funzionare, non capisco il senso della mia vita. Con lui tutto è vita, io sono viva, ma so che dovrò lasciarlo andare perché non è felice con me, perché non mi ama… la prego mi aiuti a dimenticare se dovrò soffrire così tanto. Che cosa ne faccio di questi ricordi bellissimi se poi lui costruirà i suoi nuovi ricordi con un’altra?”.
Nessuno parla della perdita della persona amata come un vero e proprio lutto, eppure è così. Amare implica un’unione mentale oltre che fisica, amare implica progettare e costruire una vita insieme ma più di tutto prevede giorno dopo giorno vivere ricordi insieme, ricordi che saranno nella nostra memoria per tutta la nostra esistenza. La nostra memoria è strettamente collegata alle nostre emozioni: a livello neurobiologico, amigdala e ippocampo sono due strutture strettamente interconnesse e coinvolte nella formazione di ricordi emotivamente salienti. Quando ci troviamo davanti ad un evento che risulta sufficientemente sorprendente ed emotivamente significativo, esiste un meccanismo che consente di depositare in memoria una testimonianza permanente e durevole dell’esperienza, anche se gli studi confermano che la memoria tenda ad ingannarci e che i ricordi sono sempre ricostruzioni e mai fedeli riproduzioni della reale esperienza vissuta. Ecco, che allora ricordo una giornata romantica ed emozionante come il giorno più bello della mia vita, trascurando alcuni dettagli, oppure mi concentro solo su tutto ciò che di negativo è avvenuto per il nostro anniversario senza porre l’attenzione sui particolari dolci e affettuosi. I ricordi possono essere un dono prezioso o un fardello doloroso che incombe ogni qualvolta vorremmo concederci di sorridere e godere del momento.
“Se solo avessi la stessa capacità dei felini, che quando vivono un momento pauroso lo vivono attivando il loro sistema fisiologico ma poi, subito dopo, tutto ritorna in asset come se nulla fosse accaduto, invece di rimuginare e rimuginare ancora.”
L’esperienza clinica ogni giorno, mi dà conferma di quanto le relazioni umane possano far soffrire una persona; ogni qualvolta ho davanti un paziente nuovo, che racconta della sua ansia, dei suoi attacchi di panico, delle sue ossessioni oppure della sua difficoltà a controllare il suo rapporto con il cibo, attendo sempre il momento in cui indago il suo rapporto con sé stesso, con gli altri e con il mondo e forse vi stupirà sentire che una o addirittura tutte e tre le dimensioni risultano compromesse. Ai miei pazienti dico sempre che BISOGNA IMPARARE A GESTIRE QUELLO CHE NON POSSIAMO EVITARE.
Esiste una sola modalità per superare il dolore ed è viverlo. L’elaborazione della perdita di una persona amata prevede che la persona non solo faccia i conti con la mancanza dell’oggetto d’amore ma anche che accusi sé stesso/a di non essere stato/a abbastanza, di non essere stato/a all’altezza, di non avere le qualità richieste per meritare la persona amata e a volte, ogni cosa intorno sembra confermarlo.
Ecco i primi tre passi verso il superamento del tuo malessere:
Passo 1: Vivi il dolore
Concedersi di stare male consente di connettersi con le proprie emozioni, conoscerle e affrontarle. Il principio è semplice: la paura guardata in faccia diventa coraggio. Posso fingere che sia sbagliato soffrire per amore, posso dirmi di essere totalmente folle a soffrire per una persona che non mi ama abbastanza da voler passare la sua vita con me oppure accogliere i miei limiti e ricordare a me stesso/a che soffrire è normale e se voglio stare meglio devo concedermi la sofferenza.
Passo 2: Ciò che ignoro, acquista forza e potere
Se spingo un palloncino in acqua questo tende con forza a riemergere e con grande violenza può schizzare via da un momento all’altro. Bene, così vale per le nostre emozioni, più le rifiuto e le nego più loro emergeranno sotto forma di ansia, attacchi di panico, disturbi del sonno oppure comportamenti aggressivi, ecc.….
Passo 3: Amare me stesso/a è necessario
Se sai bene come si fa a far sentire speciale ed amata l’altra persona, focalizza le tue energie su te stesso/a. Puoi scoprire di non essere poi così male come pensavi o come ti hanno fatto pensare. Forse, potresti perfino piacerti, al punto da capire che meriti la serenità e che gli altri sono fortunati ad averti nella loro vita.