SOSPETTO ABUSO DI UN MINORE? ATTENTI A NON INFICIARE I RICORDI
Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità, vengano a impregnarlo dei loro colori.
(Fabrizio Caramagna)
I bambini sono il bene di questo mondo, colorano le nostre giornate, sono curiosi, attenti, giocosi, vivaci e hanno stampato sul viso un senso di meraviglia e di sorpresa. È a loro che dobbiamo il bene, la sincerità, la protezione e l’accudimento. È per loro che ciascun adulto dovrebbe battersi. Eppure, non sempre queste fragili e preziose creature trovano protezione e conforto. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), infatti, circa 150 milioni di bambine e 73 milioni di bambini sono stati vittime di episodi di violenza e sfruttamento sessuale nel 2002. I dati esplicitano che circa il 20% delle donne, e tra il 5% e il 10% degli uomini, hanno subito abusi sessuali da bambini; inoltre, per un terzo delle adolescenti la prima esperienza sessuale è stato un atto forzato (dati più recenti). L’ascolto di un minore che ha subito abuso è infatti, uno dei temi più importanti e sensibili sia a livello giuridico che, soprattutto, a livello psicologico e segue regole ben precise su entrambe le aree, con l’obiettivo ultimo di non inficiare i ricordi, di ridurre al minimo la sofferenza del minore, di farlo sentire protetto e al sicuro. Un approfondimento doveroso riguarda la definizione di abuso: per abuso si intende qualsiasi comportamento, volontario o involontario, da parte di adulti (parenti, amici, conoscenti o estranei) che danneggia in modo grave lo sviluppo psicofisico e psicosessuale nonché impedisce la crescita armonica del minore. Tra le tipologie di abuso rientrano le seguenti:
• Maltrattamento fisico e psicologico
• Violenza assistita
• Abuso sessuale
• Pedofilia
• Prostituzione minorile
• Pornografia minorile
• Turismo sessuale
• Grooming (adescamento sessuale)
L’abuso all’infanzia è un fenomeno complesso che necessita di differenti livelli di analisi e intervento: psicologico-sociale, psicologico-giuridico, giudiziario/legislativo e clinico. Per questa ragione, il suo accertamento si basa su una valutazione multisistemica. Il primo livello di analisi è di tipo clinico (si ricerca una presenza di un quadro sintomatologico), il secondo livello di tipo psicologico-giuridico fa riferimento alla testimonianza resa dal minore presunta vittima e/o testimone dell’abuso; il terzo livello, di tipo psico-sociale si riferisce alla necessità di effettuare un’attenta valutazione anche del contesto familiare e ambientale del bambino.
COSA FARE SE C’E’ SOSPETTO DI ABUSO E/O MALTRATTAMENTO DI UN MINORE?
Se è presente un sospetto sufficientemente fondato, il primo passo è eseguire una valutazione clinica e psicologica, essa si fonda su segni fisici e sulla ricostruzione dei fatti, in seguito sarà indispensabile raccogliere le dichiarazioni del minore. In ultimo, sarà necessario indagare il contesto ambientale all’interno della quale sono stati raccolti i segnali fisici e testimoniali, soprattutto nei casi di abuso intrafamiliare. Se un genitore sospetta che il figlio possa aver subito o sta subendo una forma di abuso e vuole indagare è indispensabile che tale indagine avvenga in maniera attenta poiché le domande dirette ed incalzanti possono inficiare il ricordo del bambino e modificare i fatti realmente avvenuti. Non di rado, infatti, un genitore che nota dei cambiamenti comportamentali o stati emotivi particolari nel figlio, quando si allerta, terrorizzato dal sospetto di abuso pone domande esplicite, dirette ponendosi nella posizione involontaria di suggerire le risposte e compromettendo il normale fluire dei ricordi.